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Chiesa di
S. Michele

La chiesa parrocchiale di Tresenda, dedicata a San Michele Arcangelo è stata costruita tra il 1925 e il 1932 per dar nuova sede alla traslata parrocchia di Boalzo, essendo l’antico oratorio di ridotte dimensioni.
Il luogo dove sorge, piuttosto angusto a lato della strada statale e sotto il dirupo, rende appartata la chiesa che si voleva contemporaneamente al servizio dei parrocchiani di Boalzo e di Tresenda e che oggi, in seguito allo sviluppo del paese, resta sicuramente decentrata.
Il sacro edificio si presenta in dignitosa veste architettonica con facciata a capanna divisa da paraste e snello campanile neobarocco.


L'interno della chiesa

Ha la chiara impronta della chiesa a sala della tradizione a unica navata con soffitto a volta, divisa in tre campate, cui corrispondono su ciascun lato altrettante cappelle collegate tra loro da un passaggio, e con presbiterio terminante in un’abside a pianta semicircolare rivolta a oriente.

L’atmosfera, calda e accogliente, invita al raccoglimento. Pian piano sulle pareti prendono corpo le figure monocrome e a colori, dipinte dal bergamasco Manini e dal comasco Torildo Conconi, tra cui i santi Abbondio e Giovanni Maria Vianney, e i vari arredi, che costituiscono la vera ricchezza del tempio.
Lo sguardo è subito rivolto all’altare maggiore su cui troneggia la scenografica ancona lignea secentesca laccata e dorata, proveniente dalla distrutta chiesa di San Michele, costituita da colonne binate finemente decorate, con due telamoni, trabeazione di gusto classico, alto basamento e cinque figure angeliche. Vi domina la pala raffigurante l’Arcangelo Michele nei tratti di un aitante guerriero in atto di sconfiggere Lucifero e gli angeli ribelli, opera dei primi decenni del Seicento, attribuita in un primo tempo a Innocenzo Torriani e ora, con maggiore probabilità, a Gian Giacomo Barbello, il pittore di Crema, attivo anche nella collegiata di Teglio. Completano l’arredo dell’altare una coppia di angeli ceroferari, le statue dei santi Pietro e Paolo e un paliotto dipinto del XVII secolo.

Ammiriamo sul fronte dell’altare rivolto al popolo il pannello dell’Ultima Cena con ai lati, in statuette a tuttotondo, i santi Abbondio e Giovanni Maria Vianney, artistici manufatti del secolo scorso, incastonati nel telaio intagliato, dorato e policromato del XVIII secolo della mensa dell’altare un tempo unito all’ancona.
L’arredo del presbiterio annovera anche una grande croce lignea con un realistico Crocifisso, i medaglioni di uno stendardo del XVII secolo, racchiusi in moderne cornici, raffiguranti Cristo tra due santi e la Vergine con Gesù e due angeli.

Degni di attenzione sono anche gli altari laterali e alcune tele appese sulla controfacciata.
Nelle cappelle prossime al presbiterio sono collocate due ancone lignee dorate e laccate del primo Settecento, provenienti entrambe da una chiesa dell’Alta Valle, con eleganti colonne tortili e ricco fastigio con l’immagine dell’Eterno Padre quella di sinistra, dedicata all’Immacolata, l’altra, intitolata al Sacro Cuore di Gesù con colonne binate ornate di tralci e racemi e coppie di angeli ai lati e sulla cimasa.

Nella cappella di sinistra della prima campata, troviamo il moderno fonte battesimale in stile secentesco, in quella di fronte – dedicata al ricordo dei morti nelle frane del 1983 – ammiriamo in un moderna teca di cristallo l’immagine lignea del Cristo morto, delicata opera laccata e dorata del XVII-XVIII secolo, restaurata alcuni anni fa dall’intagliatore Sandrini di Ponte di Legno.

Tre sono le tele antiche esposte sulla parete della controfacciata, purtroppo non pienamente fruibili, data la collocazione poco propizia. L’occhio infatti fatica a leggerne chiaramente il contenuto anche per le tonalità stesse dei quadri. Quella centrale – la Sacra Famiglia con i santi Anna, Gioachino, Giovanni Battista e l’Eterno Padre - è una delle migliori opere del pittore Giovan Pietro Ligari di Sondrio, eseguita nel 1723, come indica la data del bozzetto conservato nel “Museo Valtellinese di Arte e Storia” di Sondrio. Ai lati, sono un’altra Sacra Famiglia, sulla destra, di più semplice impostazione iconografica e, a sinistra, la Madonna col Bambino e i santi Carlo e Domenico, entrambe del XVIII secolo di ignoto pittore.

Tra gli arredi provenienti dall’antica chiesa di San Michele possiamo ammirare in sacrestia un artistico armadio in noce intagliato con cassettiera, datato 1611 – 1619.

Gianluigi Garbellini
Istituto Studi Storici Valtellinesi

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