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Chiesa di
S. Rocco

La chiesa di San Rocco è una costruzione assai modesta nell’impianto architettonico, priva perfino di un vero campanile, essendo la cella campanaria posta in una edicola sorgente direttamente dal muro perimetrale, alla cui facciata s’affianca l’ingresso affumicato della vecchia latteria. L’originaria vocazione agricola della contrada coinvolge l’edificio sacro, sfiorato a monte e a est dalle coltivazioni, quasi a voler consacrare quella terra lavorata con tenacia e passione da secoli e certo non avara di frutti, data la sua posizione favorita dal sole.

Il piccolo tempio di origine medievale venne riedificato verso il 1660, visto che il vescovo Torriani lo definisce negli atti della visita pastorale del 1668 de novo reedificatum, e fu completato solo nel 1700. Se umile e dimesso è l’esterno, per contro, l’interno ci sorprende per la sua dignità e per gli arredi: l’ancona in stucco dell’altare maggiore datata 1700 e la bella pala del XVII secolo raffigurante la Madonna con il Bambino e i santi Rocco, Bernardino e Sebastiano.

Il vero “tesoro” di questa chiesa è però la cappella laterale detta “del Santo Sepolcro”, chiusa da una splendida cancellata in ferro battuto, dove ammiriamo un vero capolavoro: il Compianto su Cristo morto, scenograficamente disposto sui gradini dell’altare ai piedi di una grande nuda croce. Contiamo sette statue mirabilmente intagliate nel legno, laccate e dorate: Cristo morto nella cassa, al centro, e sei personaggi (altezza cm. 125): le Tre Marie da un lato e Giovanni, Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea dall’altro, nonché cinque Putti dolenti e due grandi Angeli ceroferari. La tradizione, registrata negli atti della visita pastorale del 1880, vuole che quest’opera provenga dal soppresso convento dei Domenicani di Morbegno. In realtà, essa risulta, dai documenti d’archivio, commissionata a un intagliatore attivo in Valtellina nei primi decenni del XVIII secolo, che potrebbe essere – come suggerisce la tipologia dell’intaglio - Giovan Battista Zotti, abile e affermato artista, che operò in quegli anni in molte chiese della Valle. L’altare con le varie statue risulta infatti presente nella chiesa di San Rocco fin dal 1744, mentre la soppressione del convento di Morbegno avvenne più tardi, in epoca napoleonica.

Gianluigi Garbellini
Istituto Studi Storici Valtellinesi

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