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Le chiese dell'unità pastorale
4
novembre
anniversario
consacrazione
chiesa S. Eufemia
in Teglio
Martedì 10 ottobre 2017
Inizio anno pastorale vicariale
Ricordare è riportare al cuore le cose che non dobbiamo dimenticare.
Per questo motivo la comunità di Teglio festeggerà il prossimo 4 novembre i 900 anni dalla consacrazione della sua Collegiata, e per questo è stata scelta proprio questa comunità per dare avvio all’anno pastorale dell’intero vicariato.
I rappresentanti delle 14 parrocchie interessate si sono riuniti in preghiera, martedì 10 ottobre. La liturgia è stata presieduta da don Paolo Busato, prevosto di Tirano e Vicario Foraneo ed è stata animata dai sacerdoti delle comunità, dal coretto, dai chierichetti e dalla Confraternita di Teglio.
La serata è cominciata al buio, con l’attenzione puntata su un muro di pietra: i mattoni rappresentavano le tante persone che negli anni hanno testimoniato e annunziato l’amore del Signore, rendendosi pietre vive della comunità.
Durante il primo momento sono stati posti tra i mattoni alcuni lumini, allo scopo di ricordare i tanti passi compiuti nel tempo: da quelli dei fedeli a quelli dei sacerdoti, dalle preghiere dette alle opere di misericordia vissute.
La Parola di Dio, proclamata e commentata, ha interessato il centro della preghiera, ponendosi a cavallo tra il primo e l’ultimo momento.
Durante il terzo, poi, il muro è stato adornato di colore e profumo: sono stati posti tra i mattoni alcuni splendidi fiori, segno dell’impegno di ciascuno a mettersi in gioco nella propria comunità e nel vicariato.
Al termine della serata, ognuno ha potuto portare a casa proprio un fiore profumato con al centro un lume, simbolo della sua volontà di camminare illuminando e profumando la sua vita personale e quella comunitaria.
Don Flavio ha così ricordato:
«In questo primo luogo di culto cristiano in Valtellina abbiamo ricordato che ogni Comunità ha una sua storia che racconta la fede: impronte di luce dei pastori, dei missionari, delle religiose e dei religiosi, delle donne e degli uomini che hanno preso sul serio il Vangelo. Sono quelle impronte di vita cristiana che ciascuno di noi può donare alla propria comunità perché la luce della fede porti gioia e calore.
Come ricordava Papa Giovanni Paolo II:
-Dov’è la notte dell’incredulità, brilli la luce della vostra fede; dov’è la caligine dell’odio e della disperazione, s’irraggi il fulgore del vostro ottimismo e della vostra speranza; dov’è la tenebra dell’egoismo e della violenza, bruci il cuore del vostro amore-.
Ricordare è riportare al cuore le cose che non dobbiamo dimenticare».
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