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Chiesa S. Eufemia RID

L'esterno

La chiesa è rigorosamente orientata verso l’est equinoziale in ossequio alla tradizione più antica. La matrice romanica del complesso architettonico è colta, fin dall’esterno, nella facciata a capanna, conclusa dal timpano triangolare e delimitata da lesene in pietra con pinnacolo piramidale, che lasciano intuire la distribuzione interna dello spazio in tre navate, e, sui fianchi dell’edificio, dalla serie di aperture a occhi tondi e dalla decorazione ad archetti ciechi. La facciata fu ingentilita nei primi anni del Cinquecento dal rosone marmoreo di fine esecuzione, con una delicata Madonna con il Bambino al centro, e dal nuovo portale, opere attribuite all’abile mano dei Fratelli Rodari di Maroggia (lago di Lugano).

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Merita attenzione il protiro dalle eleganti colonne inanellate con raffinati capitelli a protezione del portale che è un vero capolavoro di arte scultorea rinascimentale, anche se il disegno architettonico conserva l’impronta gotica con l’archivolto a ogiva e la cordonatura tipica dei portali trecenteschi, così voluto per accompagnare le volte a sesto acuto della navata centrale. La decorazione dell’estradosso dell’arco e degli stipiti è però cinquecentesca con una serie di motivi non privi di allusioni simboliche: il fior di loto del risveglio spirituale, la rosa emblema di Maria e i delfini appaiati richiamanti le due nature di Cristo. Campeggia in vivace policromia al centro dell’architrave il trigramma di san Bernardino con il sole dai dodici raggi simboleggiante Gesù (Sole invitto, Sole di giustizia e Luce del mondo) e gli apostoli, sormontato nella lunetta, sullo sfondo dipinto del Calvario, dal gruppo scultoreo, raffigurante il Risorto con i segni della Passione emergente dal sepolcro con ai lati Maria e Giovanni, accompagnato da una devota scritta latina.
Ai primi decenni del ‘900 risale la decorazione a graffito, mentre aggiunta settecentesca sono le due cappelle che dilatano orizzontalmente il fronte della chiesa.

L’imponente campanile è opera cinquecentesca. Iniziato nel 1528 e terminato alla fine del secolo, racchiude in buona parte l’antico campanile romanico e ospita nella cella sei campane, la più antica - il campanone - dei primi anni del ‘600, componenti un concerto tra i più maestosi della valle.

Al 1626 risale il corpo del coro, aggiunto al presbiterio dopo la demolizione dell’abside e contrassegnato dalla finestra serliana e da una grande croce di malta in rilievo.


Nel portale settentrionale, in marmo chiaro, agli elementi romanici della base - i due leoncini - provenienti dall’antico portale, si associano gli ornamenti rinascimentali nell’architrave con simbolici grifoni, vasi e la scritta VERE DOMINVS IN LOCO ISTO 1506 (il Signore è veramente in questo luogo).

Sovrasta la semplice cornice del portale meridionale l’ostia fiammante di san Bernardino, il Santo giunto a Teglio nel 1432 a riportare la pace, ricordato dalla processione penitenziale “Delle Croci” che si tiene ogni anno, e dal suo simbolo o dalla sua effigie presente in tutte le chiese telline, comprese le antiche filiali della pieve.

Gianluigi Garbellini
Istituto Studi Storici Valtellinesi

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